Uno dei compiti più importanti degli insegnanti è quello di trasferire ai giovani nuovi e positivi valori, attingendo da quegli avvenimenti del passato (più o meno recente) che hanno segnato e rivoluzionato la nostra storia. Ecco allora che la “memoria” diventa momento di riflessione ed analisi del quotidiano etico/socio/politico finalizzato ad una profonda presa di coscienza dei mutamenti ancora in atto, per vivere il nostro tempo in modo responsabile e critico. Tra le vicende del passato, emblematica è la Shoah, giornata della memoria, per non dimenticare l’Olocausto commesso dai nazisti durante la seconda guerra Mondiale nei confronti degli ebrei, ma anche per ricordare tutte le altre vittime dei lager nazisti, inclusi disabili, prigionieri politici, rom e omosessuali.
I film proposti ai ragazzi per questa occasione, sono la prova di come il cinema abbia svolto un immenso ruolo nella diffusione di un tema così scottante e atroce. I docenti possono quindi trovare, proprio nel cinema, un prezioso alleato per affrontare al meglio questo complesso passo storico. Al di là di una sterile commemorazione il 27 gennaio, l’obiettivo è mantenere costantemente vivo il “ricordo” per evitare che tali crudeltà possano ripetersi in futuro, visto anche il clima di intolleranza e violenza che sempre più diffusamente penetra e condiziona la vita dei popoli.
Per i giovani, conoscere la Shoah anche attraverso il cinema, costituisce un momento di sicuro impatto emotivo, probabilmente forte e duro, ma assolutamente necessario.
La Giornata della Memoria non serve solo a commemorare quei milioni di persone uccise crudelmente e senza nessuna pietà ormai quasi 80 anni fa.
E’ utile a ricordare che ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni verso chi ci sembra diverso da noi. Per gli insegnanti quindi, costituisce un valido punto di partenza per stimolare gli studenti alla riflessione su analogie e diversità, nell’ottica di formare cittadini consapevoli e responsabili. Per concludere: “Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”, diceva giustamente lo scrittore cileno Luis Sepúlveda
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La vita politica di Reinhard Heydrich, uno dei più potenti gerarchi della Germania nazista. Ispirato dal romanzo di Laurent Binet “HHhH” (premio Gouncourt del 2012) il film di Cédric Jimenez non si limita ad offrirci il ritratto, inedito al cinema, di colui che si guadagnò in vita, oltre a quello che dà il titolo al film e che proveniva direttamente da Hitler, anche altri appellativi.
Sessantamila pagine di diari, manifesti, fotografie e oggetti costituiscono il lascito dell’Oyneg Shabbes Archive (“La gioia del Sabbath”). Raccolti dal Dottor Emanuel Ringelblum nella Varsavia ebraica prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, durante l’occupazione nazista e fino alla rivolta del ghetto, sono stati studiati dal dottor Samuel Kassow. Questa docu-fiction è ispirata al suo libro e ne riporta anche la testimonianza diretta.
Parigi. Joseph e Maurice Joffo sono due fratelli ebrei che, bambini, vivono nella Francia occupata dai nazisti. Un giorno il padre dice loro che debbono iniziare un lungo viaggio attraverso la Francia per sfuggire alla cattura. Non dovranno mai ammettere, per nessun motivo, di essere ebrei
Nel 1939 Antonina Żabiński e suo marito Jan Zabinski, direttore dello zoo di Varsavia, cercano di difendere gli animali dello zoo dall’abbattimento minacciato dai tedeschi per recuperare carne da macello durante l’invasione della Polonia in piena seconda guerra mondiale
Siamo al Liceo Léon Blum, Créteil, banlieue parigina: una miscela esplosiva di etnie, confessioni religiose e conflitti sociali. Nella classe peggiore della scuola la professoressa di storia, Anne Gueguen, propone loro un progetto comune: partecipare a un concorso del Ministero dell’Istruzione sul tema del genocidio ebraico.
Saul è un membro ungherese del Sonderkommando, il gruppo di prigionieri ebrei isolati dal campo e costretti ad assistere i nazisti nella loro opera di sterminio. Mentre sgombera e pulisce una delle camere a gas, Saul vede uccidere dai medici nazisti un ragazzo inspiegabilmente sopravvissuto alla gassificazione. L’uomo, che sostiene che il ragazzo morto sia suo figlio, vuole evitargli la cremazione per offrirgli una degna sepoltura.
È la vera storia del Dott. Miklos Nyiszli, un ebreo ungherese scelto da Josef Mengele come capo patologo ad Auschwitz. Nyiszli faceva parte del Commando di Auschwitz, una squadra speciale formata da prigionieri ebrei piazzati dai Nazisti per aiutarli nello sterminio degli altri ebrei, in cambio di alcuni privilegi…
Tratto dal libro di Thomas Keneally è la vera storia di Oscar Schindler, industriale tedesco, che nel 1938 capisce che è bene legarsi ai comandanti militari. Li frequenta nei locali notturni, offre bottiglie preziose. Quando gli ebrei sono relegati nel ghetto di Cracovia Schindler riesce a farsene assegnare alcune centinaia come operai in una fabbrica di pentole. All’inizio sembra sfruttarli, in realtà li salva.
Una sera del 1941, Schlomo, il folle, fa ritorno al proprio shtetl, un villaggio ebraico dell’Europa dell’Est, con la notizia dell’imminente arrivo dei tedeschi. Il Consiglio dei Saggi si riunisce e decide di organizzare un falso treno di deportati per sfuggire ai nazisti.
Il film ricostruisce un periodo fondamentale della vita di Hannah Arendt: quello tra il 1960 e il 1964. All’inizio della vicenda, la cinquantenne intellettuale ebrea – tedesca, emigrata negli Stati Uniti nel 1940, vive felicemente a New York con il marito, il poeta e filosofo tedesco Heinrich Blücher.
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